Il coltello nello stomaco della moglie fu un delitto. Un delitto grave, e la violenza non c'entra. Qanto alla boxe, be', la boxe non è una violenza. È una conversazione, il dialogo fra due uomini che parlano con le mani, anziché con la voce: colpendo all'orecchio, al naso, alla bocca, allo stomaco, anziché all'intelligencia. La boxe è un'arte nobile. Quando un uomo è sul quadrato e combatte, non esprime brutalità. Esprime una natura complessa e sottile, come la natura di un vero intellettuale, o di un consumato aristrocratico. Un pugile è un uomo meno brutale e magari nient'affatto brutale, quando ha finito il combattimento, perché coi pugni ha transformato la violenza in qualcosa di bello, di nobile, disciplinato. Fino al trionfo dello spirito. No, io non sono violento. Esserlo significa attaccare litigio, e io non ricordo di avere mai incominciato un litigio. Né ricordo di aver mai picchiato una donna. Una estranea, voglio dire. Posso aver picchiato la moglie, ma questo è diverso. Quanso sei sposato, i casi son due: o picci la moglie o non la picci. Alcuni vanno avanti tutta la vita sensa picchiarla, altri la picchiano una volta sola magari e passano per violenti. A me piace esser sposato con donne che di tanto in tanto picchio, e di conseguenza picchiano me."
Oriana Fallaci intervista Norman Mailer (1967), L'Europeo.
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